sabato, novembre 18, 2006

Al post tuo

Piccolo breve appunto, che un giorno vi salverà la vita ne sono certo: andate a visitare il sito www.simonerock.com .

Ne vale la pena.


Ah, visto che qualcuno ha rotto i maroni ve lo dico, il post precedente lo ho scopiazzato vigliaccamente da www.uncyclopedia.org alla voce "waiting for godot" (non metto i link perchè il sito è momentaneamente fuori servizio...non è colpa mia!)

Bellinato vuole aggiungere qualcosa?

"sì. ciao."

ecco.

lunedì, novembre 13, 2006

Recensione: Aspettando Godot

Questa è una recensione di “Aspettando Godot”.





Cosa?





“Aspettando Godot”.
È un’opera teatrale.
Di Samuel Beckett.





Ah.

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Atto Primo

L’Opera

In cosa consiste l’opera?

Non lo so.

Parla di nichilismo? Di indecisione? Dell’’inutilità dell’esistenza in un mondo in cui siamo impotenti, in cui il nostro destino viene esclusivamente deciso da forze esterne?

Non lo so.

Intendi dire che parla di non lo so?

Non lo so.



Aspetta un attimo. Ho qualcosa nel cappello.

Sono due anni che continui a gingillarti con quel coso. Si può sapere che ha?

Oh, c’è una banana dentro. Chissà come c’è finita.

Sei platonico?

Non so nulla di platani né di toni. O di tonico.

In effetti avrei voglia di un plateau e di un tonico.

Sei ironico?

No.

OK.

Andiamo.

Non possiamo.

Perché no?

Perché stiamo leggendo una recensione di “Aspettando Godot”.

Ah…Aspetta un attimo, perché lo stiamo facendo?

Non lo so.

Giochiamo a passarci il cappello?

Quale cappello?

La Trama

Umm…

Passiamo avanti.

Personaggi

-Vladimir: un barbone in bombetta. Le sue motivazioni non sono chiare.
-Estragon: un barbone in bombetta. Le sue motivazioni non sono chiare. Soffre di perdita della memoria a breve termine e, apparentemente, di narcolessia.
-Pozzo: un ricco signore in bombetta. Le sue motivazioni non sono chiare. Soffre di perdita della memoria a breve termine e di crisi di cecità.
-Lucky: uno schiavo con un cappello peloso. Il suo cappello non è chiaro. Soffre di logorrea.
-Un ragazzo: un ragazzo senza cappello. Pratica il sadomasochismo assieme a Godot. Le loro motivazioni non sono chiare.
-Un albero: un albero. Le sue motivazioni non sono chiare.
-Godot: Una nuvoletta verdastra di energia senziente. Le sue motivazioni non sono chiare.
-Il Sipario: Entra in scena solo alla fine dell’opera, il che viene considerato dai più come il momento saliente. Le sue motivazioni sono chiare.






Andiamo.

Non possiamo

Perchè no?

Stiamo leggendo una recensione di “Aspettando Godot”

L’hai già detto un minuto fa.

Davvero?

Davvero.


Davvero l’ho fatto? Non lo ricordo. Ma dal momento che dici così, doveva essere importante.

Non lo era.

Cos’era allora?

Era noioso, ma anche importante. Come la vita.

Aspetta un attimo. Come fai a ricordare tutto ciò?

Cosa?

Ciao raga

Sbaglio o quell’albero ha appena parlato?

Credo di si…

Magari se ci mettiamo i nostri cappelli, ci ignorerà…

Ma… dove sono finiti quei due?


Godot

Allora chi è questo Godot?

Beh, questo è il punto.

…che?

Ma si, sai…è un…enigma.

È Nigma?

Nigma.

Un mistero.

Un arcano.

Un rompicapo.

Ambiguo.

Sconosciuto.

Inconoscibile.

Equivocabile.

Uhm, già.

Quindi il punto dell’opera è che il soggetto non arriva mai.

Err…si.

Beh, mi sembra una cosa abbastanza banale, no? E poi chi è ‘sto Beckett? Mi sembra uno che non ha la minima idea di come si scrive una trama. Se fossi seduto in un teatro da un’ora e mezza, la cui maggior parte fatta di silenzio, vorrei almeno scoprire cosa cavolo voleva dire. Un bel finale esplosivo potrebbe essere che Godot si rivela essere una specie di Godzilla che poi divora tutti. Questa sarebbe una bella opera.

Sei solo un filisteo.







Fanculo.








Beh, ce ne andiamo?

Si, andiamocene.

No, non possiamo. L’autobus non è ancora arrivato.

Oh.

Commento

L’opera mette in discussione il nocciolo della nostra esistenza, le fondamenta su cui costruiamo tutte le nostre regole morali e sociali. L’incertezza dell’identità di Godot, assieme allo stile scarno dell’opera, pone agli spettatori alcune importanti domande sulla propria identità.

Ma di che cosa stai parlando?

Non lo so, ma suonava intelligente.

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Atto secondo

Rileggere l’atto primo.

Perché?

Perché dobbiamo.







OK. Perché?



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Seguiti

“Respiro”, un’opera della durata di soli 30 secondi. Da molti considerata un netto miglioramento.

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Ed ora, la battuta finale

Ciao ragazzi, sono Godot. Scusate il ritardo ma mi ero fermato a fare uno spuntino. Ho portato le lampadine e…err…

Oh…

Dove sono finiti tutti?